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Immagine del redattoreTiziana

Pavimento pelvico e Babywearing

Si è appena concluso il Salone del Babywearing e del bambino a Gonzaga (MN - Italia), presso il quale ho avuto la possibilità di partecipare tenendo una conferenza sul portare in connessione alla salute del pavimento pelvico. Questo è un piccolo estratto di una parte del tema trattato, che ho sviluppato per cercare di sensibilizzare ed informare su quanto sia importante portare in maniera sicura ed ergonomica ai fini di prevenire e/o limitare problematiche al perineo ed alle strutture ad esso collegate.

Un ulteriore approfondimento lo trovate nell'articolo scritto con Virna Benzoni de Il Supporto di Virna.


Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

 

PORTARE E PERINEO: INDICAZIONI PER PRENDERSI CURA DELLA SCHIENA E DEL PERINEO PORTANDO IL PROPRIO BAMBINO


Prendersi cura del proprio corpo, del tronco e del pavimento pelvico può risparmiarci dalla comparsa di antipatici sintomi (percepiti dalla persona interessata) e segni (visibili e valutabili da personale formato) legati a problematiche in questa zona come ad esempio dolori alla schiena, dolori all'addome, diastasi addominale, incontinenza urinaria, ecc.

Dopo gravidanza e parto, sia vaginale che cesareo, il pavimento pelvico e l’addome si trovano in una situazione “alterata” e perciò diventa ancora più importante prendersene cura.

Come poter prevenire, o limitare e trattare nel caso siano già presenti, patologie inerenti questi distretti corporei e tutto l’apparato locomotore garantendo una fisiologia corretta anche portando il proprio bambino?

Iniziamo dal trovare un supporto ed una legatura che si adattino alla perfezione sia al portatore che al portato. Se la legatura, o il supporto scelto, non si adattano al meglio alla costituzione fisica di chi porta e non sostengono a dovere il bambino, ne consegue uno scarico scorretto. Uno scarico che al posto che distribuire il peso sugli arti inferiori (e quindi a terra) passando dalle ossa del bacino, porta tutti i suoi vettori di forza sul basso addome e sul pavimento pelvico, che dopo il parto sono strutture ancora indebolite.

Una volta trovata la soluzione più adeguata riguardo alla scelta del supporto e/o della legatura da proporre, bisogna assicurarsi che il posizionamento del bambino sia corretto e che la legatura sia eseguita in maniera ottimale e sicura (o il supporto indossato correttamente). Se la legatura viene tensionata poco, o in maniera non omogenea, ne consegue un allontanamento ed un abbassamento del bebè dal corpo del portatore. Se questo allontanamento dovesse verificarsi, delle leve maggiori entrerebbero in gioco, andando probabilmente ad alterare la postura con uno sbilanciamento del baricentro oltre la parte anteriore del corpo e si potrebbero creare dei vettori di forza diretti verso la zona anteriore del pavimento pelvico. Allo stesso tempo verrebbero compresse le strutture nella zona inferiore della schiena, rischiando di provocare dei sintomi algici.

Va inoltre ricordato che la soluzione ottimale è variabile nel tempo! Palesemente ogni bambino cresce sia di dimensioni che di peso, e di pari passo si sviluppano anche le capacità motorie, intellettuali e psichiche. È importante per questo rivalutare la legatura (o il supporto utilizzato) e la sua idoneità in base allo sviluppo del bambino. Ed importante diventa anche cambiare ed adattare il posizionamento del bambino sul portatore.

Immaginiamo di portare davanti, anche se ben aderente, uno zaino contenente alcuni libri. Immaginiamo di portare lo stesso zaino con lo stesso contenuto sempre ben aderente al corpo, ma sulla schiena. Dove percepireste in modo minore il carico? Certamente sulla schiena. Posteriormente abbiamo una struttura molto più forte e diventa più facile distribuire il carico in maniera assiale (seguendo la colonna vertebrale) senza creare dei punti di pressione in distretti potenzialmente deboli come il pavimento pelvico femminile ed il basso addome.

La distribuzione del peso in maniera assiale e simmetrica è quindi un ulteriore fattore importante per prendersi cura di schiena e pavimento pelvico, come anche il passaggio dal portare pancia a pancia al portare sulla schiena diventa fondamentale per preservare le proprie strutture corporee.

Per concludere, il babywearing può essere un ottimo modo per prendersi cura sia del proprio corpo che del proprio bambino allo stesso momento. Oltre a garantire sicurezza e contatto per il bebè, il portatore resta soggetto a carichi minori rispetto ad altre situazioni (come ad esempio spingere una carrozzina in salita), sia perché le leve di forza si accorciano di moltissimo (passando da leva sfavorevole, nel caso della spinta di un mezzo di spostamento in salita, ad una leva vantaggiosa portando il proprio bambino a stretto contatto sul proprio corpo), sia perché il carico al quale si fa fronte è molto minore (una fascia od un marsupio pesano molto meno rispetto alla struttura di un passeggino). Ma questo non significa portare tutto il giorno! E non significa che un passeggino/carrozzina non vadano mai utilizzati o che non possano far comodo ed essere di supporto in alcune situazioni.

Il corpo di una mamma è “programmato” per portare il proprio bambino, ma il corpo di una puerpera ha bisogno di recupero e scarico. Nessuno di voi inizierebbe un allenamento in palestra eseguendo il programma 3 volte o più al giorno, sollevando 200 kg sin dal primo allenamento. Come ogni allenamento bisogna iniziare in maniera molto graduale, ponderando bene i momenti di lavoro con i momenti di risposo.

Il quanto portare dipende da parecchie variabili tra le quali gioca un ruolo fondamentale anche la propria condizione fisica, la fisiologia (o fisiopatologia) del parto, lo status della gravidanza vissuta, ecc. Non esiste perciò una regola che dica quanto portare, o quanto a lungo. Questa si basa sull'ascolto di sé e del proprio bambino! Non siamo tutti uguali! Rispettiamo le peculiarità di ognuno e comportiamoci secondo la nostra condizione!

E se nonostante tutte le precauzioni, dovessero comparire dei sintomi e segni che esulano dalla normalità e dalla fisiologia, non abbiate timore a farvi seguire da uno specialista competente.


©Testo di Tiziana Guglielmini – Portami nel cuore – www.portami-nel-cuore.ch

 

APPROFONDIMENTO

“Certamente, in linea generale, si può portare. Il corpo di una mamma è geneticamente programmato per portare il proprio bambino e la possibilità di portarlo con un supporto ergonomico idoneo (per entrambi), può essere un buon aiuto per scaricare il peso nella maniera più corretta possibile, seguendo uno scarico assiale (cioè completamente simmetrico, che non vada a gravare maggiormente solo su determinate aree del corpo).

Ciò non significa che subito dopo il parto sia consigliabile portare tutto il giorno, perché questo implica anche la necessità di rimanere in posizione eretta, seduta o semi seduta.

Ribadisco che le prime settimane post-parto sono delicate e di assestamento e la posizione sdraiata deve essere assunta spesso durante la giornata, proprio per permettere agli organi di rimettersi in sede e per facilitare un drenaggio dei tessuti edematosi.

Quindi portare sì, ma per periodi brevi e alternati durante la giornata.

Dare un’indicazione più precisa su quanto tempo portare, è difficile da definire: ogni persona è diversa ed ognuno deve riuscire a trovare la dimensione più adatta a sé. Importantissimo diventa quindi l’ascolto di sé stessi e dei segnali del proprio corpo!

Con il passare del tempo il fisico si rimette sempre più in forze ed anche i tempi per portare possono pian piano allungarsi.

Come ho già detto precedentemente, i tessuti reagiscono per tornare alla normalità col passare dei mesi e il fatto che il bambino cresca in modo graduale nel peso e nelle dimensioni aiuta ad allenare il corpo secondo le proprie necessità, proprio come un allenamento in palestra.

Per rinforzare nel modo migliore il corpo, senza creare alcun danno, è importante adattare la posizione nella quale il bambino viene portato e fare attenzione ai movimenti ed alle attività svolte.

(…) Portare nel post-parto è possibile, ma con coscienza, prudenza e percezione di sé e dei propri limiti!”


©Tratto da: Pavimento pelvico e babywearing. Cosa è meglio sapere quando porti il tuo bambino nella fascia o nel marsupio, www.ilsupportodivirna.it – di Virna Benzoni – Il supporto di Virna


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